Convivenza more uxorio – Sentenza di Cassazione 18632/2015

Con l’avvocato Francesca Scotto parliamo della sentenza di Cassazione 18632/2015, in cui si stabiliscono alcuni punti importanti per tale tipo di coabitazione fra partner. [Elena Ricci – Numero di Aprile 2017 di Giustizia]

Convivenza more uxorio

Una coabitazione caratterizzata da legami affettivi fra i partner e da una stabile organizzazione comune. È la convivenza more uxorio e arricchimento senza causa (sent. Cass. 18632/2015), un aggregato di natura familiare che assicura lo sviluppo delle personalità individuali dei suoi componenti. Ce ne parla l’avvocato Francesca Scotto, di origini casertane, che esercita a Padova nel campo del diritto civile, nei settori del diritto di famiglia, delle obbligazioni, diritto fallimentare e infortunistica stradale. «Con questa sentenza, la Cassazione ha ritenuto che il convivente more uxorio può chiedere la restituzione della somma pagata per l’acquisto della casa intestata all’ex partner – spiega l’Avv. Scotto –, se l’esborso, in considerazione delle condizioni patrimoniali della coppia, risulti ingente e dunque non riconducibile nell’alveo delle obbligazioni naturali scaturenti dalla famiglia di fatto, ritenendo applicabile lo schema dell’arricchimento senza causa ex art. 2041 c.c.. Convivenza more uxorioTutto questo si inserisce ovviamente nello scenario dei cosidetti contratti di convivenza, di cui alla recente Legge Cirinnà e di tutte le infinite sfumature di rapporti patrimoniali e non, riconducibili alle unioni di fatto e ai rapporti nascenti da esse».

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